Capelli strani
Sono sul traghetto che dall’Isola dell’Asinara ci riporta a Porto Torres, in Sardegna. Dentro c’è l’aria condizionata a una temperatura cosi bassa, da far freddo. Decido di spostarmi fuori e mi siedo su una panchina sul ponte. Chiudo gli occhi e ascolto il mare. Mi godo l’ultimo sole tiepido della giornata, e ripenso felice alla fantastica giornata appena trascorsa: al giro per l’isola in bici, alla libertà di gestire il mio tempo, di fermarmi dove voglio.
Ripenso alle calette dal mare trasparente, al bagno in mezzo ai pesci, all’emozione provata nel vedere la casa dove si erano nascosti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e dove hanno lavorato per il maxi processo contro la mafia, agli asini bianchi, ai lazzaretti, e agli Istituti di detenzione di cui nessuno parla.
Interrompe quel flusso di pensieri, una mamma con due bambine. Si siedono accanto a me, la signora mi dice che anche lei è uscita perché infreddolita dall’aria condizionata. Spontaneamente le guardo e sorrido.
Poggio la testa sulla testiera della panchina e richiudo gli occhi. Sento la bambina più grande dire alla mamma: «Ha i capelli strani questa signora». Avrà poco più di 5 anni, i capelli rossi raccolti in una coda e gli occhi scuri e vispi.
La mamma teneramente le ha spiegato: «Non sono strani. Sono ricci da un lato e corti dall’altro»
STRANO. Quante volte in passato ci rimanevo male se mi davano della “strana”, quasi mi sentivo offesa. Come se questa parola, potesse avere solo una connotazione negativa. Ma cosa è davvero strano? Quando qualcosa o qualcuno è da considerarsi strano? Me lo sono chiesta tante volte, ma la risposta che sono riuscita a darmi ogni volta è che la società in cui vivo, reputa “strano” quello che non conosce. Tutto quello che è diverso, che esce dagli schemi. Semplicemente tutto ciò che non abbiamo mai visto.
Ma chi decide cosa è “normale” e cosa è “strano”?
Forse io mi sono sempre sentita un po’ diversa. Quando mi davano della strana mi sentivo quasi “riconosciuta” in quella parola. Ma la verità è che oggi, non so perché, sono felice di essere “strana”. Anche in un semplice taglio di capelli.
Perché canonicamente le donne portano i capelli lunghi e gli uomini i capelli corti. E quindi se una donna porta i capelli corti viene additata come lesbica, e se un uomo decide di portare i capelli lunghi allora forse è gay.
Ma davvero un taglio di capelli decide il mio orientamento sessuale? Davvero mi classifica in qualche categoria?
La mia risposta è NO.
E io non sono così. Non voglio sottostare a un banale, tacito schema della società in cui vivo. Io li voglio confondere, così ho un taglio asimmetrico. E non me ne importa se questo non mi classifica in nessuna categoria. Non devo essere catalogata e mi piaccio così. con il mio taglio “strano”, che ora porto con dannata fierezza, perché rompe gli schemi e mi fa sentire me stessa.
Ho guardato la bambina e le ho detto sorridendo: «E’ vero, è un taglio un po’ strano, quando sarai più grande potrai farlo anche tu. Potrai portare i capelli come vuoi: lunghi, corti, rasati o lunghi da un lato e corti dall’altro, basta che piacciano a te. A te soltanto.»
La bimba mi ha sorriso eccitata, ha guardato la mamma, con in viso stampata la domanda “davvero?”. Lei le ha risposto: «è vero!», senza che parlasse, perché in fondo ogni mamma sa sempre cosa sta pensando il proprio figlio. Le ha accarezzato il viso dolcemente e le ha dato un bacio.
Abbiamo continuato il viaggio, avvolte dal tepore di un sole che stava tramontando, e dal profumo del mare, sedute su una panchina bianca di un traghetto. Insieme.
Sono felice. Ho i capelli strani, e ho appena spiegato a una bambina di 5 anni, che non c’è nulla di male.
3 commenti
Daniela
Sei una persona meravigliosa!!! Nel leggere quello che racconti mi fa star bene……. Sei Grande!! 😘😘
Daniel Ruocco
Riesco da subito ad immergermi nei tuoi racconti,riesco a sentire il tono della tua voce e la cadenza del tuo accento. È come se fossi al tuo Fianco. Sei strana davvero ma tanto ❤️
Giulio C.
Grande Fed… succede più spesso di quanto immagini. L’importante è tornare indietro! Mi mancano un po’ i turni massacranti 😉 magari ritorno 😜 un abbraccio